LA STORIA

Le passioni nascono dai motivi più diversi, a volte vengono alimentate da una inconscia associazione nella mente di ricordi o affetti personali, altre volte arrivano all’improvviso come un fulmine a ciel sereno; in alcuni casi invece sono intimamente radicate nel nostro DNA senza una motivazione apparentemente logica: ci sono e basta!

Quando queste passioni sono, come la nostra, un po’ fuori dal comune, è più difficile manifestarle liberamente. E' infatti più facile vantarsi di essere estimatore di una casa automobilistica e di possedere rari esemplari prodotti nei suoi anni d’oro: nessuno mai ci guarderà storcendo il naso! Quando invece si parla di autobus o corriere non è così semplice, o perlomeno non lo è stato in passato. Inizialmente scoprire la passione per gli autobus per diversi di noi è stato motivo di schernimento da parte dei compagni di scuola, trascorrendo interminabili pomeriggi in giro per le città trasportati da questi vecchi e gloriosi instancabili lavoratori. Per altri invece, sviluppandosi fin dalla tenera età, è stato più naturale, come imparare a camminare o a scrivere!

Crescendo si inizia ad avere la necessità di raccogliere testimonianze della presenza di questi mezzi ed è allora che si scattano le prime fotografie o si girano i primi filmati su video8 in modo che quando essi saranno spariti almeno il loro ricordo resterà vivo. Anche perché era impossibile pensare, in qualità di privato, di entrare in possesso di un autobus; non vi erano precedenti e non vi era una burocrazia dedicata a questo hobby perché un autobus è considerato un veicolo industriale costruito per esercire pubblico servizio presso una ditta in possesso di regolare licenza. E’ impossibile quindi pensare di ricevere da una ditta un bus dismesso mantenendone l’immatricolazione. Sembrava che il destino di questi instancabili lavoratori fosse per tutti lo stesso: la demolizione.

Fortunatamente la tenacia nel manifestare la nostra passione ci ha premiati perché con il passare del tempo abbiamo scoperto di non essere i soli a coltivarla. Sono nate così amicizie e l’idea comune di voler fare di più: fondare un’Associazione in grado di muoversi liberamente per il recupero di questi mezzi. Gli albori di questa impresa, o “pazzia” giudicate voi, risalgono ormai a dieci anni fa, quando, risoluti a non accettare l’irrimediabile scomparsa degli ultimi “autobus vecchi”, decidemmo di tentare il salvataggio di un congruo numero di veicoli riunendoli in un’area privata rigorosamente al coperto. Molti di noi al tempo erano ancora studenti senza uno stipendio e in alcuni casi senza patente. Nonostante tutto, nasceva “Il Capolinea”, che da un lato era il luogo di arrivo per gli autobus stanchi che finivano la loro carriera lavorativa, da un altro si sperava che fosse per gli stessi il luogo di partenza per una seconda occasione.

Con il passare degli anni però ci siamo resi conto che il meccanismo di svecchiamento dei parchi veicoli nelle varie aziende aveva preso un andamento esponenziale e, di conseguenza, diminuiva il tempo a nostra disposizione per recuperare pezzi unici. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cercato una sede che potesse accogliere più autobus ed fosse più facile da raggiungere dalla Liguria ove risiede la maggioranza dei Soci, consentendo di dedicare più tempo ai restauri e alla manutenzione. Nel basso Piemonte, nell’ovadese, siamo riusciti a realizzare il nostro sogno. E’ stato un bel periodo fitto di indagini, ricerche e contrattazioni per entrare in possesso di veicoli considerati ormai inutili, ma per noi molto importanti.

Ma non tutti i nostri bus sono stati così fortunati. In molti casi, prima di essere recuperati, si sono visti abbandonati presso centri di autodemolizioni e trasformati in magazzini oppure confinati in un campo declassati a fienili. Ma la passione non è tale senza un pizzico di irrazionalità. Ed è così che abbiamo girato per mezza Italia trovando esemplari creduti persi per sempre in condizioni tali da sconsigliare un restauro. Abbiamo comunque rischiato e investito nel loro recupero, spesso dovendoli trasportare presso la nostra sede caricati su grossi rimorchi senza sapere nemmeno se sarebbero mai tornati a funzionare.

La nostra opera non è però circoscritta ai soli veicoli, ma anche a tutto quello che li circondava, per ricreare al meglio quell’atmosfera del passato. Nei restauri viene infatti ricostruito tutto il necessario per riportare mezzi e accessori nelle condizioni di origine: ecco riapparire quindi i banchetti dei bigliettai e la loro attrezzatura oppure le prime emettitrici automatiche di biglietti. La ricerca si amplia anche alla ricambistica, ai manuali d’uso e riparazione, alle attrezzature dell’epoca ed alla cosa più importante: i ricordi di chi ha vissuto personalmente quei tempi. Perché senza ricordi non siamo nulla. Quello che siamo oggi, il grado di progresso che abbiamo raggiunto, la tecnologia che ci rende la vita tanto semplice non esisterebbe se mancasse il passato.

Nessuno di noi è restauratore o meccanico di professione, in tutto quello che facciamo però ci mettiamo tutta la nostra buona volontà. Molte cose non riescono al primo tentativo, altre che non si credevano possibili si imparano a fare andando avanti a tentativi. E’ anche un’occasione per crescere insieme. E dopo tante fatiche la gioia più grande è ottenere le targhe per l’immatricolazione e l’attesa della prima occasione per mostrarsi al pubblico. Ecco allora che nelle fiere di paese nel piccolo angolo che ci hanno riservato, ci vediamo avvicinare da saggi anziani che trascinandosi sulle stanche gambe ci dicono con gli occhi lucidi di aver riconosciuto l’autobus e di aver lavorato per un certo numero di anni con uno identico per una o per l’altra ditta.

Altri veicoli hanno avuto attimi di celebrità più mondani, protagonisti come divi tirati a lucido pronti a recitare in pubblicità, riprese di alcuni film per la TV e per il Cinema. Senza dimenticare l’essenza del collezionismo dei veicoli d’epoca, ovvero la partecipazione a esposizioni e sfilate di veicoli storici. Qualcuno poi si è concesso qualche irriverente presenza nel festeggiamento di matrimoni, finendo nell’album delle nozze fotografato accanto ai due “piccioncini” gaudiosi dopo aver pronunciato il fatidico “sì”!A questo punto possiamo ritenerci soddisfatti, il ricordo si tramanderà ancora per lungo tempo.

Oggi siamo in una situazione ottimale, dove al primo posto c’è l’amicizia tra i vari Soci che coltivano questa passione non per fini di lucro e nemmeno per aprire un museo ma fondamentalmente per piacere personale, riservandosi di tanto in tanto apparizioni in pubblico per far condividere a tutti coloro ne fossero interessati un rievocativo viaggio su un "autobus del tempo"...

 

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